[Receriflessione] Esempi di creatività: Mak Man e Gorn il barbaro

Rpg Maker è un tool che ha fatto la storia del gaming “fai da te“ per la sua immediatezza e semplicità, risultando dunque appetibile per chiunque voglia ritagliarsi una fetta nel magico mondo indie. Il fatto che il suo uso e consumo sia di intuitiva comprensione non significa tuttavia che il software sia limitato. L’unica limitazione è la fantasia. Saper spremere le meningi per sviluppare qualcosa di diverso non è da tutti. Indipendentemente dalla complessità relativa alla programmazione, difficilmente ci si imbatte in titoli realmente originali. La semplicità del prodotto apre ad un pubblico talmente esteso da comportare inevitabilmente la produzione di titoli fotocopia; ognuno propone il proprio gdr, ma quanti di fatto si sforzano a presentare qualcosa di diverso? La domanda che pongo a voi lettori è un pretesto per presentarvi quelli che a mio modestissimo parere sono le eccezioni alla regola, puntando i riflettori sui seguenti due progetti: Mak Man e Gorn il Barbaro. Il primo è stato sviluppato da Ghost Rider con Rpg Maker 2003; il secondo ha visto la luce per mano di Stefano Zucca con la versione 2000 del software della Enterbrain. Questa non è una recensione vera e propria sui due titoli in questione, ma un invito alla riflessione. Sono due semplici esempi atti a giustificare l’espressione “spremere le meningi“ usata qualche rigo fa. Andiamo dunque con ordine.

 

Mak Man

Il titolo sviluppato dal buon Ghost Rider è un giochino di tutto rispetto, un arcade volendo usare un termine tecnico, che propone in una veste alternativa il classico Pac Man. A detta dell’autore, Mak Man è stato concepito per scherzo; giusto per colmare una mezzoretta altrimenti noiosa. Sorpreso del risultato, Ghost Rider decide di migliorarlo, sia graficamente che nei contenuti. Senza volerlo, ha dimostrato in piccolo la potenza di Rpg Maker. Come lascia intendere il nome, il prodotto della Enterbrain è lo strumento utile per creare un gioco di ruolo, tuttavia, c’è stato appena dimostrato che lo stesso, se solo lo si volesse, può dar vita a platform e perchè no, anche a ben altri generi. Mak Man è un clone del più celebre titolo Namco, ma nonostante questo ha una sua identità; nel suo piccolo, scopre carisma e creatività. Allo stato attuale il giocatore potrà scegliere solo due dei personaggi disponibili, nonchè gli alter ego degli amministratori di Makerando.com, Denzel e lo stesso Ghost Rider. A secondo di quale personaggio sceglierete cambieranno i nemici ma non il livello di difficoltà.

Scegliendo Ghost Rider, vi vedrete alle prese con un “NEMESIS?!!!“ ed i suoi agguerriti animaletti domestici. L‘unico stage attualmente disponibile, composto da ben 10 livelli, si presenta come un’allegra landa verde in cui le pozzanghere/buche con acqua andranno a formare tortuosi labirinti.

 

Sulla meccanica di gioco credo ci sia ben poco da dire. Il vostro scopo sarà quello di prendere tutte le stelline prima che i nemici facciano uso delle vostre luccicanti viscere. In caso di sconfitta il gioco saprà tuttavia come consolarvi:

 

Emh… grazie!!!

 

Gorn il barbaro.

Ragazzi, qui è scesa la lacrimuccia. Chi come me ha avuto la fortuna di nascere negli anni 80, ma soprattutto, è cresciuto a forza di Nes (Nintendo Entertainment System) e pane con la Nutella, saprà comprendere l’impatto che ho avuto a partire dalla schermata di gioco. “Corbezzoli!!!“, mi son detto. “Ma questo è Megaman in formato Golden Axe!“. Per chi non lo sapesse, Megaman è un platform, un‘icona dei videogames, nato da mamma Capcom e cresciuto nel pixelloso mondo degli 8 bit. Stefano Zucca ha saputo con grande inventiva riprodurre gli stessi elementi caratterizzanti le produzione dei bei tempi che furono, quali: musiche e grafica. Una ventata di nostalgia avvolgerà noi veterani, ma non lascerà indifferente chi ama la grande arte dei videogiochi. Il gioco apre ad un villaggio devastato e in fiamme, in cui, senza perderci in chiacchiere, verremo catapultati nella mischia. La giocabilità è molto macchinosa. A colpi di fendenti dovremo farci strada attraverso un orda di nemici che si fionderanno contro di noi senza troppi convenevoli. Non potremo saltare e guai a voi se le asce da lanciare dovessero giungere al termine. Il titolo è spietato e brutalmente complicato. Per quanto frustrante possa essere, Gorn il barbaro è un’idea geniale. Stiamo parlando di un gioco unico come pochi. Non è un capolavoro, ma è un concentrato di citazioni. Sembra essere un documento storico che riassume in breve l’era che va dall’Atari alla prima console Nintendo. Signori miei, qui stiamo parlando di un progetto che vuole distinguersi dalla massa. Un titolo che vuole evadere dal comune gdr trito e ritrito. Meditate gente, meditate. Non servono grandi trame per venire alla luce tra tanti, ma basta avere passione per partorire un qualcosa di unico. Questo progetto non passerà probabilmente alla storia, ma ha voluto dire la sua e nel farlo credo abbia colpito forte e deciso.

 

 

Conclusioni.

Credo ci sia una bella differenza tra lo sviluppo con passione e lo sviluppo per sentito dire. Spesso si vive nell’illusione che una manciata di script, risorse e sfondi creati da Picasso e Michelangelo possano fare la differenza. Per me si vince col cuore e non con l’apparenza. Volete essere ricordati per le vostre idee? Prendete esempio da Mak Man e Gorn il barbaro. Quest’ultimi nella loro estrema semplicità hanno poco da offrire, ma quel poco sono sicuro che sfami a sufficienza.